11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 19 febbraio 2013

1857


Temprata, propria fortuna o proprio malgrado, da lunghi anni trascorsi a combattere in ogni condizione, in ogni situazione, in ogni ambiente, fosse il ponte di una nave nel bel mezzo di una tempesta, così come la frontiera fra due nazioni in guerra o, ancora, un’arida distesa vulcanica con l’aria satura di esalazioni venefiche; la Figlia di Marr’Mahew non ebbe comunque ragione di lasciarsi intimorire dal confronto con le fiamme dirompenti in misura tale da restare bloccata nei propri movimenti, nel proprio avanzare. Al contrario, ingiurie a parte, ella mosse rapidamente i propri passi in direzione delle stanze riservate al personale della locanda, ai garzoni lì impiegati e, ovviamente, alla bella Arasha, laddove era certa avrebbe anche ritrovato il proprio giovane scudiero, nonché ex-garzone, Seem.
Figlia di uno dei propri maestri d’arme, ed ascesa a un ruolo secondo solo a quello dello stesso locandiere in grazia alle proprie capacità e ai propri meriti nell’amministrazione della locanda durante il loro prolungato periodo di assenza nel corso del viaggio a nord, Arasha aveva infatti stretto un importante legame sentimentale con l’ultimo allievo del padre, al quale la mercenaria lo aveva affidato nella speranza di rendere meno probabile la sua prematura dipartita il giorno in cui, alla fine, l’avrebbe accompagnata in qualcuna delle sue avventure. Un legame, quello nato fra i due, che, per inciso, la stessa donna guerriero aveva decisamente apprezzato, assolutamente gradito, non appena le era stato reso evidente, nella consapevolezza di come, sicuramente, quella giovane donna avrebbe potuto rendere Seem un uomo molto più di quanto non lo avrebbe potuto fare il suo troppo presto dipartito padre, con i propri allenamenti, né lei stessa, con le proprie avventure. E, in ciò, non si sarebbe riferita banalmente a una questione di natura sessuale, qual sovente era minimizzato il concetto di passaggio all’età adulta da un punto di vista comune; quanto e piuttosto a quella crescita mentale e morale che, già in quegli ultimi anni, aveva dato evidenti frutti, facendo maturare quel fanciullo che, all’epoca del loro primo incontro, aveva dimostrato di ragionare per lo più in maniera infantile, al pari di un bambino, in un giovane che, finalmente, era in grado di assumersi le responsabilità di un uomo, qual ormai era diventato.

« Al fuoco! » gridò, con voce inevitabilmente resa roca dall’azione irritante del fumo, che su di lei stava evidentemente avendo maggiore effetto rispetto a quanto non avrebbe avuto piacere a considerare « Seem! Arasha! Non mi interessa se siete nudi… dovete uscire! » comandò, battendo con il pomello della propria spada contro la porta chiusa della camera della giovane, non violandola soltanto nella volontà di evitare spiacevoli momenti di possibile imbarazzo per la coppia, nel ritrovarsi possibilmente sorpresa in momenti troppo intimi, ma non per questo potendo loro concedere occasione di indolenza nella pronta risposta a quel suo ordine « Ora! »

In lode agli dei, Degan, il padre di Arasha, prima di morire aveva avuto occasione di compiere un ottimo lavoro con Seem, tale da permettergli di essere perfettamente efficiente anche ove convocato in maniera così poco canonica, come in quel momento. E, sempre in lode agli dei, Arasha aveva già offerto riprova di essere una ragazza estremamente sveglia, tale da non perdonarsi alcuna possibile esitazione nel confronto con un allarme del genere. Così, quasi in contemporanea con l’ultima esortazione scandita dalla mercenaria, la porta venne dischiusa, mostrando la coppia di giovani amanti decisamente meno vestiti di quanto non avessero avuto occasione di spingersi ad essere lei e Be’Sihl, offrendole, in tal senso, ragione di un fugace momento di invidia.

« Dei! » sobbalzò la giovane dai lunghi capelli neri e dalla pelle color della terra, rinunciando saggiamente, nel confronto con l’immagine della locanda in fiamme, a ogni senso del pudore, qual quello che, altrimenti, l’avrebbe sospinta a cercare di coprire le piccole, ma comunque femminili, forme dei suoi seni almeno dietro alle proprie mani, benché, nel confronto con la nudità della proprie interlocutrice, ciò sarebbe apparso quantomeno incoerente « Dobbiamo evacuare tutti quanti! » soggiunse, facendo propria quella stessa premura già espressa dal locandiere e comprovando, ancora una volta, ove necessario, quant’ella avrebbe dovuto essere effettivamente riconosciuta qual a lui maggiormente prossima rispetto persino alla stessa Campionessa di Kriarya, che in tal direzione non aveva speso né il primo, né il secondo e neppure il terzo dei propri pensieri.
« Se ne sta già occupando Be’Sihl. » replicò la donna, storcendo le labbra verso il basso e, in ciò, volgendo una fugace preghiera agli dei tutti affinché proteggessero il propri amato « Voi uscite… io penserò agli altri garzoni. »
« Mia signora… » esitò Seem, a sua volta accettando intelligentemente di posticipare ogni possibile imbarazzo per la propria nudità, e la propria eccitazione in rapido calo, e pur non potendo mancare di offrirsi implicitamente, in quelle parole, per non abbandonarla, per non rinunciare al proprio posto al suo fianco.
« Mi serve che ti occupi di Arasha, Seem! » lo richiamò immediatamente all’ordine ella, non ammettendo possibilità di discussione a tal riguardo « Lascia perdere vestiti o quant’altro. Prendi solo i tuoi pugnali e portala fuori di qui. E ricordati che questa è la città del peccato… e che non sai cosa vi potrà attendere là fuori, oltre queste fiamme! »

Dimenticare quella semplice e pericolosa verità in un frangente qual quello, in effetti, avrebbe probabilmente significato condannarsi a morte, laddove, a prescindere dalle intenzioni di chiunque avesse appiccato quell’incendio, questione di un attimo sarebbe stato per chiunque in fuga dalla locanda essere sopraffatto da malintenzionati lì sopraggiunti attratti dagli eventi in corso… e questione di ancor meno di un attimo, per una giovane splendida qual Arasha, sarebbe stato pentirsi di non essere rimasta a morire soffocata dal fumo, o arrostita dalle fiamme, piuttosto che fuoriuscire da quelle mura in cerca di una qualche occasione di salvezza. Tutt’altro che gratuito, pertanto, avrebbe dovuto essere riconosciuto il consiglio,  il comando, della mercenaria al proprio scudiero, in tal modo espresso non tanto per sgravarlo da qualunque responsabilità, da qualunque impegno in quei drammatici eventi, quanto e piuttosto per affidargli un compito non meno importante, qual sarebbe necessariamente stato quello della difesa della propria amata dalle possibili insidie che Kriarya avrebbe potuto riservarle.
Non osando porre in discussione gli ordini del proprio cavaliere anche senza aver ancora maturato un’effettiva consapevolezza in merito alle ragioni degli stessi, Seem pose allora immediatamente in essere quanto indicatogli, rinunciando a qualunque genere di abbigliamento o altro, tanto per sé, quanto per Arasha, e recuperando soltanto le proprie due lame, con le quali già da lungo tempo aveva preso abitudine accompagnarsi, prima di ritornare alla soglia della loro stanza e, da lì, di impegnarsi ad affrontare il non semplice percorso che li avrebbe condotto in salvo al di fuori di quella trappola mortale, qual, istante dopo istante, la locanda stava sempre più rapidamente diventando.
Soddisfatta dal risultato conseguito con Arasha e Seem, Midda proseguì allora oltre, continuando a gridare il proprio allarme e a battere con violenza ogni uscio presentatole lungo il cammino, per risvegliare chiunque stesse dormendo e per evitare che tale sonno potesse tragicamente trasformarsi in un riposo imperituro.

« Al fuoco! Al fuoco! » sbraitò, ritrovando sempre più difficile e doloroso riuscire a parlare e, soprattutto, a urlare, come pur si stava costringendo a fare, in quella che, quasi, avrebbe potuto essere fraintesa qual una sorta di imprecazione « Dannazione! Svegliatevi se non desiderate fare la fine di un branco di costine di maiale sulla brace! » definì, nel paragone più azzeccato che riuscì a formulare, sebbene non fosse suo desiderio, allora, sdrammatizzare la questione « Non costringetemi a sfondare tutte queste porte una a una… o vi giuro che la prossima volta che ricostruiremo questa locanda sarà mia premura negarvi qualunque possibilità di riservatezza! »


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