11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 27 settembre 2011

1350


P
erché seppur entrambe tanto belle

non saran ragione di bagatelle,
e se con Midda c'è di che temere,
con Nissa sprecherete le preghiere
nel chieder di conservar le budelle
non ridotte a pezzi da lamelle.

Una canzone che, in parte in diretta conseguenza all'importanza e notorietà del soggetto protagonista della stessa, in parte e ancora in virtù alla specifica importanza e notorietà, almeno entro i limiti del proprio dominio, del soggetto lì proposto qual antagonista, non si negò neppure l'occasione di giungere alle sponde della lontana isola di Rogautt, seppur, entro simile territorio, venendo reinterpretata in una chiave assolutamente inedita rispetto alla versione già diffusasi nel continente:

Alla fine di sì tanto frignare
spero che saprete or ricordare
che Midda Bontor ha una sorella,
di lei inver persino più bella,
che s'è impegnata a insultare
con questa storia che fa vomitare.

Ma non scordate che questa gemella,
cui nome v'ispirerà cacarella,
alcuna fola ha mai diffuso
per di vostra pietà far proprio uso,
con agir più vicino ad ancella
che, traditrice, schiena accoltell…

« Quanto vuoi?! » intervenne una voce femminile, a interrompere con fare energico l'impegno canoro, e denigratorio, del bardo scompostamente appostatosi in un angolo della taverna, e lì impegnatosi a declamare, in versi sguaiati, quella grottesca parafrasi.

Presa di posizione incredibilmente vigorosa, quella in tal modo resa propria dal tono appena impostosi all'attenzione dell'uomo, in conseguenza della quale, prima ancora di risollevare lo sguardo nella direzione della propria interlocutrice, il pirata allora interpellato avrebbe potuto facilmente associare a una figura tozza e inelegante non meno rispetto alla propria stessa immagine, ben lontana dal poter soddisfare una qualunque fantasia in termini di femminilità e sensualità, e la quale, altresì, ebbe allora modo di sorprenderlo, addirittura di spiazzarlo, nell'imporsi del tutto opposta a ciò, quando i propri occhi si posarono su una donna di una bellezza a dir poco sconvolgente, tal da doversi forse considerare addirittura aliena alla realtà propria di quell'isola.
Un viso praticamente perfetto, integro in ogni proprio dettaglio e del tutto privo di sfregi, cicatrici o, anche solo e banalmente, semplici graffi, faceva sfoggio di una pelle naturalmente bronzea, probabile segno di un sangue in parte o completamente estraneo al territorio tranitha ma, non per questo, privo di ragioni d'interesse, di fascino, anzi, forse e probabilmente esaltato a tal riguardo da un fattore esotico di indubbio valore. Grandi occhi marroni, al centro di tale offerta, sembravano brillare di luce propria, non in banale conseguenza del riflesso delle numerose lampade lì presenti, quanto, e piuttosto, nell'irraggiare un bagliore autonomo, un'energia indipendente e carica di incredibile calore e passionalità, per riuscire a porsi degno della quale in molti avrebbero perduto il senno se non, addirittura, la vita, Attorno a ciò, lunghi capelli castani si mostravano legati in una complessa treccia che, dall'alto del suo capo, ridiscendeva dietro il suo collo e, poi, sulla sua spalla destra, lì adagiatosi forse per mera coincidenza e, pur, con incedere utile a sospingere, se ve ne fosse stata ulteriore necessità, un qualunque sguardo a lei rivolto in direzione del suo lungo e affusolato collo e, ancora, del suo petto e dei suoi seni. Petto e seni, questi ultimi non eccessivi nelle proprie proporzioni, e pur indubbiamente femminili e maturi, che nelle proprie forme apparivano limitatamente celati una doppia coppia di strisce di stoffa rossa e nera, intrecciate dietro la schiena di lei e unite poco sotto alle sue clavicole da un groppo anello dorato. D'oro, o comunque apparentemente tali, oltre a quell'ornamento intrinseco del suo stesso abbigliamento, erano lì presenti anche voluminosi pendenti posti ai lobi delle sue piccole orecchie, così come due più sottili bracciali posti in corrispondenza alla terminazione inferiore di entrambe le spalle: spalle e braccia sotto la pelle nuda delle quali, guizzante e atletica, si palesava una quieta muscolatura, utile a dimostrarne la preparazione fisica e, ciò nonostante, a non turbarne l'armonia estetica, a non rinnegare neppure una stilla di femminilità in lei. E come le spalle e le braccia, ancor più l'addome, a sua volta completamente scoperto, avrebbe imposto all'attenzione di qualunque osservatore quel perfetto equilibrio fra tempra fisica e eleganza, offrendo un ventre solo appena curvilineo, al di sotto del quale, con incredibile semplicità e naturalezza, avrebbero fatto capolino i suoi muscoli ove contratti. Attorno ai fianchi, dolcemente tondeggianti, era intrecciata una doppia cintura di pelle, forse a riprendere il concetto già espresso dalla copertura dei seni, alle estremità delle quali pendevano due corti foderi fra loro assolutamente identici, seppur contrapposti, ospitanti al proprio interno due pugnali dalle lame curve, di foggia orientaleggiante. A completare il quadro d'insieme, le sue gambe erano lì fasciate da pantaloni di stoffa duplicemente legata lungo la linea esterna di entrambe le cosce, e colorata in motivi geometrici, tali da alternare rombi rossi, neri e marroncini a sottili segmenti gialli; nel mentre in cui i suoi piedi erano estemporaneamente ospitati all'interno di leggeri sandali, dei quali, al pari di chiunque altro all'interno di quella taverna e forse sull'intera isola, si sarebbe rapidamente privata non appena sarebbe stato necessario ritornare a bordo della propria nave, con la quale utile, se non indispensabile, sarebbe allora stata la ricerca di un contatto diretto.

« Sto parlando con te, lurido cane. » inveì ella, nuovamente, in maniera del tutto gratuita a discapito dell'uomo, osservandolo dall'alto verso il basso non in termini di natura meramente fisica, ma soprattutto psicologica « Quando vuoi, per l'ira di Tarth? »

Ove pur tanta eleganza, tanta intrinseca armonia, tanto fascino, erano pur propri e caratteristici della complessa immagine da lei offerta, nulla di tutto ciò sembrò comunque poter addolcire l'aggressività triviale altresì propria i suoi modi e delle sue espressioni, visive come verbali, quand'ella ripropose la già formulata richiesta, storcendo le labbra verso il basso e scoprendo, in tale affermazione, la parte superiore della propria bianca dentatura con aria contrariata.

« Quanto voglio… per cosa?! » questionò il cantore, e pirata, al pari di chiunque altro su quell'isola, nel faticare ad associare quanto offerto ai propri occhi con quanto proposto alle proprie orecchie, quasi l'immagine da lui osservata e la voce da lui udita non appartenessero alla medesima donna, a un comune soggetto, ma derivassero da fonti del tutto estranee.
« Quanto vuoi per stare zitto e piantarla con questa lagna allucinante! » esplicitò la donna, non più limitando le proprie azioni alla proposta di semplici parole, ma incalzando nel contrasto all'interlocutore con un violento calcio, tale da sfondare lo zither da lui trattenuto fra le mani sino a quel momento, e da scaraventare, in conseguenza, un'esplosione di schegge di legno contro il suo intero busto e volto « Già siamo costretti a sorbirci le cronache di quella dannata cagna a ogni passaggio nei porti di tutto Qahr… non ho alcuna voglia di sentir parlare di lei anche qui a Rogautt! »

Nessun commento: