11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 26 dicembre 2010

Speciale Natale (5 di 5)

NOTA INTRODUTTIVA: Il seguente episodio, quinto di cinque, ha da considerarsi quale parte di un evento speciale estraneo alla consueta continuità narrativa della serie e concepito nella sola volontà di festeggiare in maniera originale l'incombente festività natalizia, tanto prossima al terzo anniversario della serie.

E, a dimostrazione della propria buona e onesta volontà in soccorso alla famiglia originale e ipotetica destinataria della propria furia, la stessa mercenaria riprese presto voce, a definire quanto nel suo animo già assunto qual proprio nuovo scopo, obiettivo, traguardo.

« Ascoltate quanto io compirò… » annunciò pertanto « Questa notte resterò a vegliare sul bene vostro e del vostro erede e domani riprenderò la via verso Gerusalemme, per riportare a Erode cronaca del mio successo in vostra opposizione: ovviamente ciò sarà semplicemente un trucco, un inganno, utile a concedermi di giungere alla sua presenza e a permettermi, in ciò, di riservargli la stessa benevolenza che egli ha voluto a voi destinare. »

Così tranquillizzati da quelle parole, pronunciate allora quasi solenne giuramento, impegno, innanzi a tutti i presenti, senza la benché minima preoccupazione nel merito della pericolosità intrinseca in tanto gravi affermazioni, i tre saggi giunti da levante poterono allontanarsi con serenità dalla grotta, per andare a stanziare a prudente distanza il proprio campo per quella notte, a concedersi occasione di riposo prima della ripartenza pianificata per il giorno seguente, in un nuovo, lungo viaggio che li avrebbe finalmente ricondotti alle proprie dimore, e alla propria consueta vita, senza ovviamente ipotizzare alcun genere di passaggio dalla capitale della Giudea e dal monarca lì stabilitosi, malgrado l'invito dal medesimo a loro precedentemente rivolto. Anche i pastori, non trovando ulteriori ragioni per offrire disturbo al neonato e ai suoi genitori, decisero di fare ritorno alle rispettive greggi, offrendo un'ultima lode al proprio dio per ciò di cui erano stati fortunati testimoni, i più poveri e i più ignoranti fra gli abitanti di quella regione e, ciò nonostante, in quel momento i più beati fra tutti, per quanto era stato loro lì concesso.
Come annunciato, solo Midda restò pertanto a vegliare sulla famigliola, su Maria e su suo marito Giuseppe, come scoprì chiamarsi la coppia, e su loro figlio Gesù. E in un breve confronto con loro, ella apprese che i due, divenuti tre in quella medesima notte, poco prima dell'arrivo dei pastori e dei sacerdoti, erano appena arrivati a Betlemme da Nazareth, dove dimoravano e dove egli esercitava la professione di falegname, lì pervenuti unicamente in conseguenza della necessità per lo stesso Giuseppe di presentarsi alla propria città natale in ottemperanza a un editto dell'imperatore Cesare Augusto, volto a effettuare un censimento di tutta la popolazione all'interno dei confini delle terre controllate da Roma. Sgradevole effetto di quello stesso evento, di quella complessa operazione burocratica e demografica, era stata, però e purtroppo, la completa saturazione di ogni locanda e ogni camera in tutto il territorio del piccolo capoluogo, ragione per la quale, posti in agitazione dal travaglio di Maria, i due erano stati costretti a trovare asilo entro quella grotta, rifugio dopotutto migliore rispetto al nudo suolo fosse solo per il tepore lì loro garantito dalla presenza delle bestie.
In tutto questo, alla mercenaria piacque sinceramente lo spirito dimostrato dalla coppia, e, per tale ragione, offrendo loro un augurio per un sereno riposo, non poté che rinnovare, in intimo confronto con se stessa, il proprio impegno in loro soccorso e in contrasto al sovrano che ne aveva tanto crudelmente sentenziato la morte senza ragione alcuna: il giorno dopo, avrebbe ben volentieri dimostrato al Sanguinario quanto anch'ella avrebbe saputo essere feroce e sadica, soprattutto se similmente motivata da incauti giuochi di manipolazioni quali quelli da lui tentati con lei, senza riconoscerle il benché minimo, e dovuto, rispetto.
Purtroppo per lei, tuttavia, i piani così concepiti, così orchestrati, non furono condotti a compimento, dal momento in cui, prima ancora che l'alba potesse giungere a restituire al Creato la luce del giorno, Giuseppe si accostò a lei, offrendole uno spiacevole avviso.

« E' necessario per noi partire… » le sussurrò l'uomo, non celando una sincera agitazione qual fondamento di tale imprevista urgenza « Un angelo del Signore mi è apparso in sogno e mi ha comandato: "Su, alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto e rimani lì fino a mio nuovo avviso. Erode infatti è in cerca del bambino per ucciderlo." »
« Quest'angelo è giunto in leggero ritardo. » osservò la donna, senza voler riservare ironia di sorta nel merito della questione, nel non voler apparire irrispettosa nei confronti del proprio interlocutore, ma, al tempo stesso, cercando di affrontare la stessa con un certo pragmatismo « Che Erode voglia uccidere vostro figlio credo abbia da considerarsi fuori da ogni possibilità di dubbio a seguito della mia testimonianza… »
« Sono convinto che non a te volesse offrire riferimento, quanto piuttosto ad altri pericoli. » affermò il falegname di Nazareth, fermo nel proprio tono e, con esso, nei propri propositi già espressi « Per la loro salvezza devo condurre Maria e Gesù in Egitto: questa è la volontà del Signore. »

La mercenaria storse appena le labbra a quelle parole, non potendo approvare una tanta cieca dedizione da parte dell'uomo nei confronti del proprio dio, ove non era sua abitudine riservarsi alcuna simile occasione di dialogo con la propria dea, né sarebbe stata sua personale attitudine offrirsi tanto ubbidiente nei suoi riguardi ove anche ella si fosse esplicitamente espressa, nel ritenere propria irrinunciabile prerogativa l'autodeterminazione personale non solo nel confronto con gli altri uomini e donne, ma anche innanzi al volere degli dei. Ciò nonostante, non avendo ragioni per intrattenersi in discussioni di carattere filosofico o religioso con l'uomo e, in verità, avendone anche fin troppe per condividere la preoccupazione da lui in tal modo espressa, dove più che prevedibile sarebbe potuto essere un qualche intervento addizionale da parte del Paranoico a difesa del proprio potere, malgrado l'impegno da lei formalmente preso con il medesimo e la sua fama che mai avrebbe dovuto lasciar prevedere possibilità di fallimento, ovviamente ove la missione si fosse dimostrata effettivamente coerente con quella a lei inizialmente proposta, Midda decise allora di lasciar perdere ogni possibilità di inutile spreco di tempo in ulteriori e vane argomentazioni in compagnia dell'uomo e si levò rapidamente da terra, sulla soglia della grotta là dove si era posta a ricercare un pur minimo ristoro, per proporsi nuovamente collaborativa con la coppia, ora ascesa al ruolo di sua protetta.

« Della mirra e dell'incenso dubito potremo farcene molto… ma l'oro, sicuramente, ci sarà utile per giungere in Egitto. » valutò, offrendogli un lieve sorriso, appena sornione « Per vostra fortuna ho buoni agganci tanto qui come là, e questo dovrebbe concederci sufficiente serenità nel corso del lungo viaggio che ci attende, oltre ovviamente a tappe relativamente sicure alle quali poter offrire riferimento. »
« V-vuoi venire anche tu?! » domandò Giuseppe, sorpreso dalla repentina presa di posizione in tal senso da parte di quella bizzarra mercenaria, lì inviata per ucciderli e, ora, apparentemente votatasi alla loro salvaguardia « Ma… »
« Il tuo angelo ha forse detto qualcosa a mio riguardo? » replicò ella, scrollando nel contempo la polvere del suolo rimasta impressa contro i propri pantaloni all'altezza dei glutei e delle cosce.
« No, ma… »
« Bene. Quindi non ha neppure detto che io non vi possa accompagnare. » constatò la donna, stringendosi fra le spalle e considerando, in tal modo, conclusa la questione « Ora sbrigati a raccattare tutta la vostra roba: se Erode sta complottando qualcosa al punto tale da rendere necessario un intervento divino in vostro allarme, puoi stare certo che sarà meglio essere in partenza prima del sorgere del nuovo sole… »

Fu così che Midda Bontor, mercenaria qual professione e non qual vocazione, in quella stessa notte, oltre a rinnegare quell'incarico per il quale sarebbe potuta essere effettivamente ricoperta d'oro, decise di far propria una nuova missione per la quale, al contrario, alcun tributo ella aveva preventivamente concordato, domandato o, anche solo, ipotizzato di poter ricevere. E per quanto una parte dell'oro offerto in dono dai sacerdoti giunti da oriente, non mancò di esserle alfine riconosciuto a titolo di risarcimento per esplicita volontà di Giuseppe e Maria, quand'alfine essi giunsero in salvo entro i confini propri della terra d'Egitto, la più significativa ricompensa che ella non mancò di considerare qual propria fu quella derivante dalla consapevolezza di aver contribuito a salvare la vita al piccolo Gesù.
Una gioia, quella a lei sinceramente riservata in grazia simile coscienza, che, purtroppo, tempo dopo, non poté evitare di esser necessariamente turbata, addirittura offuscata, dalla tragica notizia di un'oscena mattanza consumatasi nella stessa cittadina di Betlemme. e nei territori circostanti. poco dopo la loro partenza da quella stessa area: una strage nella quale tutti gli infanti maschi al di sotto dei due anni avevano trovato allora la morte per espressa volontà di re Erode, in quell'extrema ratio del Sanguinario, che pur la Storia avrebbe ricordato con un migliore appellativo, di difendersi dalla minaccia a suoi occhi rappresentata da un inerme pargolo venuto al mondo nella povertà di una stalla.

« Là dove il vostro dio si è tanto prodigato per assicurare a voi la salvezza, perché non ha compiuto altrettanto a difesa di ogni altro figlio di Betlemme?! » chiese, sconvolta, a Maria e Giuseppe.

La donna, tuttavia, non volle successivamente permettersi di ascoltare alcuna replica da parte dei propri due allora ricercati interlocutori, celando occhi colmi di lacrime dietro la mancina: in verità, essi lo compresero senza difficoltà, ella stava allora riservando ogni accusa, ogni rimprovero presente nel proprio cuore, non tanto in contrasto al loro Signore, così invocato con rabbia, quanto, piuttosto e peggio, a se stessa.
Nell'essere abituata a ritenersi unica artefice del proprio destino, Midda non avrebbe mai potuto ignorare il dubbio che, se solo non avesse insistito per unirsi alla famiglia nella loro fuga in Egitto e avesse, altresì, attuato il proprio piano così come inizialmente concepito, forse nulla di tutto quello sarebbe occorso e, in ciò, l'orrendo pensiero di quelle vittime innocenti e della loro straziante fine non l'avrebbe allora perseguitata.

Nella speranza che, senza pretesa,
questa storia non sia stata d'offesa,
dalla fiaba ora prendo congedo
per tornar al ruolo di aedo:
non di Giudea domani narrerò
non con l'Egitto qui vi intratterrò,
ma in Kofreya, terra bellicosa,
e in Y'Shalf, regione misteriosa,
Midda i suoi passi spingerà
e nuove insidie lì affronterà.

Nessun commento: